IL FASCICOLO: “DOVE FINISCE” LA NOSTRA CAUSA.
Le reali sembianze del diritto, dietro le quinte del processo.
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LA DISTANZA TRA IL DIRITTO ED IL CITTADINO.
– L’episodio che mi ha colpito –
Recentemente ho avuto un’esperienza apparentemente banale, ma in qualche modo significativa. Si è presentato in Studio un Imprenditore, con in mano un’ordinanza-ingiunzione della Direzione del Lavoro con la quale gli si irrogava una sanzione pecuniaria abbastanza grave. I motivi non gli erano molto chiari. Egli non aveva ricevuto nessun atto pregresso (il c.d. avviso di accertamento e notificazione non era mai arrivato) ed il testo di quel documento era alquanto ostico per un non addetto ai lavori (sigle, articoli di legge, termini “legalesi” che non descrivono alcun fatto concreto ben individuato, eccetera). Dopo i primi minuti di colloquio ha chiarito perfettamente e con una frase lapidaria come percepiva la situazione dal suo punto di vista, esclamando:
“E io per questo pezzo di carta dovrei pagare tutti questi soldi?”
– Se il diritto appare astratto (o astruso) –
Ciò mi ha fatto riflettere su quanto il diritto possa apparire una cosa estremamente astratta (quando non addirittura astrusa) al Cliente. L’assistito infatti non conosce il complesso di aspetti teorici in cui si inserisce la sua vicenda e non vede “formarsi” le procedure e le causa passo dopo passo come possiamo fare noi Avvocati. Infatti, il processo (in particolare quello non penale) passa per lo più per carte che il Cliente non legge o che comunque presuppongono conoscenze a priori di cui spesso non dispone ed uno studio ad hoc della pratica che non gli compete.
Questo può spaventare, atterrire ed ingenerare un senso di impotenza. Quindi, ciò che vorrei trasmettere è come in realtà il diritto “pratico” non sia qualcosa di davvero così misterioso e kafkiano. Si tratta piuttosto di un “percorso” che segue sì delle sue specifiche regole (per capire e padroneggiare le quali sicuramente ci vuole tempo ed esperienza anche quando si parla del professionista), ma che presenta pure aspetti molto concreti e tangibili da parte di chiunque.
– Un piccolo passo per avvicinarsi al temibile sconosciuto –
Sapere ciò potrebbe forse aiutare il cittadino a vedere un po’ più la sua causa come una vicenda di Esseri Umani e un po’ meno come un incontro col temibile Leviatano. Così forse potrà vivere con maggiore serenità un’esperienza come l’ingresso della sua peripezia nelle Aule di Giustizia, pur senza sminuire l’importanza del sistema ed il prestigio dei soggetti coinvolti.
Perciò ho pensato che un primo passo in questa direzione potrebbe consistere nel vedere “dove finisce” materialmente ogni contenuto della causa: nel fascicolo. Quanto mostrato potrà inoltre essere utile anche ad eventuali giovani aspiranti Colleghi praticanti che si cimentano con questa entità per la prima volta.
IL FASCICOLO DI CAUSA: NEL PROCESSO TELEMATICO.
Premetto che quello di cui mi sto per occupare è in primis in fascicolo della causa civile, benché considerazioni simili possano valere in altri tipi di processo.
Gli atti della causa confluiscono in un fasciolo che resta presso il Giudice (cioè la sua Cancelleria), il quale contiene i “sotto-fascicoli“ creati dalle parti (cioè dai loro Avvocati) ed ivi depositati.
– Il fascicolo telematico –
Oggi il fascicolo per gran parte delle cause è telematico. Cioè consiste in un database informatico a cui possono accedere con le proprie credenziali (dispositivi di autenticazione con firma elettronica) i soggetti abilitati (Giudici, Cancellieri, Consulenti, Avvocati, eccetera) depositandovi all’interno i file (per lo più “.PDF”) contenenti gli atti e documenti del processo. Questo significa che se il mio Cliente fa causa a Tizio di solito si procede così: gli notifico l’atto che apre il processo (con spedizione postale o ufficiale giudiziario o PEC o talvolta altre modalità); mi torna indietro la ricevuta di notifica (la ricevuta della raccomandata, l’atto cartaceo timbrato, la PEC di conferma); carico sul sistema informatico la scansione (o l’originale informatico) di quell’atto e dei documenti che fornisco come prove; ogni ulteriore atto/documento mio o di altri “soggetti” del processo viene parimenti caricato così fino alla sentenza, che apparirà sul mio programma.
– Il software di gestione dei fascicoli telematici “Consolle Avvocato” –
ART ATTACK: IL FASCICOLO CARTACEO.
– Chi ha detto che è una professione solo intellettule? –
La cosa -per così dire- curiosa è però che molti processi continuano ancora oggi ad essere cartacei, visto che il processo telematico non ha ancora totalmente sostituito il precedente sistema. In questi casi, il diritto si colora di tinte artistiche, perché diventa necessario (letteralmente) costruire il fascicolo di parte con cartoncini, timbri, puntatrici, scotch e altre meraviglie di cartoleria. Anzi, mi si dice che un tempo proprio nel comporre in maniera elegante e curata il fascicolo si teneva (oltre che ad aiutare chi doveva leggerlo, Giudice in primis) a manifestare il decoro e la serietà dello Studio, quindi la buona riuscita visiva oltre che meramente pratica aveva una sua rilevanza.
Come chi frequenta le Cancellerie saprà, oggi, in realtà, il fascicolo cartaceo subisce notevoli “angherie” poiché viene più volte spostato, accatastato con altri, spinzato, fotocopiato, timbrato, talvolta stralciato o ricomposto. Quindi, pur restando salva l’esigenza di renderlo decoroso e rispettoso delle Istituzioni, la cosa davvero importante è costruirlo in modo intelligente, solido e ben leggibile.
Vediamo l’esempio di un fascicolo per un ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, ipotesi di causa in cui il fascicolo è ancora soltanto cartaceo.
COSTRUIRE IL FASCICOLO DI CASSAZIONE.
– Cartellina e frontespizio –
Si può partire da un cartoncino rigido (magari di colore nè troppo triste, nè troppo sgargiante) che conterrà il tutto. Per renderlo riconoscibile si applica sulla copertina un frontespizio con nomi di parti e difensori più oggetto della controversia. Poi, subito all’interno, si incolla un elenco degli atti e dei documenti che funga in qualche modo da indice dei contenuti e dimostri quali atti e documenti sono stati depositati entro i termini perentori di legge (infatti a tale elenco farà riferimento la Cancelleria).
– Come appare di fronte un fascicolo finito –
– L’interno del fascicolo subito dietro la copertina –
– I contenuti –
All’interno della “copertina” del fascicolo di Cassazione vanno ovviamente inseriti e cuciti tutti gli atti richiesti per questo grado di giudizio (ricorso con procura, sentenza impugnata in copia autentica, istanza ex art. 369 c.p.c., nota di iscrizione a ruolo, modulo del contributo unificato), ma ciò non basta. Bisogna infatti allegare anche i fascicoli dei gradi pregressi, che avremo recuperato dalle relative Cancellerie. Questi ultimi ben possono risalire anche a molti anni prima, quindi si capisce quanto sia importante averli costruiti bene allora perché non siano fatiscenti oggi. Occorre poi ingegnarsi un po’ per “pinzare“ bene tutto, cioè senza dar vita ad un malloppo inutilizzabile perché impossibile da sfogliare o, al contrario, ad un insieme poco saldo che perderà pezzi al primo scossone. Non sia mai, poi, che qualcuno si punga con un punto scoperto!
– Il punto in cui si congiungono i fascicoli di appello e di 1° grado, inseriti in quello di Cassazione –
– Se metà è cartacea e metà telematica –
Nel fascicolo in questione è poi capitata una cosa frequente frutto dell’introduzione del processo civile telematico: metà del fascicolo del grado appello è cartacea e l’altra metà è informatica (poiché la causa di appello era in corso al momento di entrata in vigore della riforma in questione). Quindi, è stato necessario stampare gli atti il cui originale era “informatico” (attestandone la conformità), così da poterli aggiungere al fascicolo cartaceo.
– Gli atti “nati” come informatici sono stati stampati ed inclusi in copia cartacea-
Ora, ben può accadere che si vogliano includere pure documenti ulteriori, anche solo per renderli meglio fruibili ed individuabili da parte dei Giudici pur se già depositati in giudizio nei gradi pregressi. In questo caso, si rivela opportuno numerarli con apposite etichette affinché chi legge li rintracci senza doverli cercare.
– Alcuni documenti citati nel ricorso, benché già presenti agli atti di causa, sono stati allegati nuovamente in copia in una apposita cartellina per renderli più facilmente leggibili –
– Le ulteriori copie “di cortesia” –
Da ultimo, inseriamo quel materiale che non deve essere pinzato in quanto dovrà essere estratto da parte dei Giudici o del Cancelliere (sette copie del ricorso e della sentenza impugnata più la seconda copia dell’istanza ex art. 369 c.p.c.) e chiudiamo il fascicolo. Adesso è pronto per essere spedito a Roma e depositato nella Cancelleria della Suprema Corte.
– Come appare di lato un fascicolo di Cassazione ultimato –
Sperando che questo post dal tono leggero ti abbia aiutato a sentirti più “dentro” al diritto praticato ogni giorno nei Tribunali e nelle Corti, non mi resta che augurarti buona fortuna per ogni tua possibile vertenza.
Articolo ben scritto che spiega in maniera semplice e chiara la natura materiale del diritto, complimenti!